Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/128

Da Wikisource.
120


Il nome di Maria Collino splende in caratteri d’oro nel libro della carità umana. Sposata, giovanissima, al conte Gamba, allora sindaco di Ravenna, ella compì miracoli di abnegazione, prodigi di eroismo quando il colèra devastò il paese che suo marito saggiamente amministrava. Non organizzò feste di beneficenza, non ballò, non recitò la commedia pei poveretti a cui il morbo aveva tutto rapito: ma corse nelle case derelitte, nelle case ove si agonizzava, nelle case ove si moriva e si assise, angiolo consolatore, al capezzale dei travagliati. Poi, non contenta, aprì loro le sale del suo storico palazzo e le trasformò in corsie, di cui ella volle esser la prima e più infaticabile infermiera.


Io non so dove ora ti trovi né quali meritate dolcezze abbiano confortato la tua vita, o Maria. Ma in qualunque luogo tu sia, possa questo saluto della tua non più giovane maestra giungerti dolce come una materna benedizione.