Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/207

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musei, archivi, ecc., è un miracolo «novo e gentile» il far quello che ella fece nella sua breve, sfortunata e solitaria esistenza. Non solo collaborò attivamente alla Cordelia, mandando articoli vivaci, battaglieri, improntati sempre d’una strana originalità, ma dettò versi soavissimi che — al solito — non ebbero il successo che si sarebbero meritati: e negli ultimi anni della sua vita fondò un grazioso giornale per fanciulli intitolato L’Aiuola; e fu davvero una ridente aiuola dove sbocciarono i fiori più belli di qull’ingegno gentile. Un solo aneddoto servirà a meglio far conoscere questo gran cuore di fanciulla.

Ella, pur non conoscendomi di persona, mi voleva un gran bene e con quella perspicacia che dànno e l’affetto e certe malattie, aveva sentito che io soffrivo e della salute e delle ristrettezze economiche che il mal retribuito lavoro giornalistico dà agli scrittori italiani. Volle sapere da me a chi apparteneva la Cordelia e quali erano le condizioni che mi si erano fatte per dirigerla. Saputo tutto, mi scrive senza esitazione: «La Cordelia è un giornale che va a vele gonfie e può offrire larghi guadagni. Comprala». Naturalmente le rispondo che per comprarla mi manca il meglio. Ed ella torna a scrivermi per dirmi che non si mariterà mai, che è padrona della sua dote, che nessuno, in casa, le fa i conti addosso e... finisce con l’offrirmi la somma occorrente per comprar la Cordelia. — Me la restituirai quando potrai e se potrai — mi scrisse. Quell’offerta mi commuove e mi spaventa. Penso a quali dure delusioni la vita condurrà questa creatura così generosamente impulsiva, che con tanta facilità si spoglia di una somma ragguardevole per chi ella non conosce. Certo, ella sapeva di me il nome e i lavori; ma era si-