Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/302

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male. Crescere una generazione di perfetti ragionatori sarebbe il dovere più alto di chi educa, se la nostra logica ci desse la rivelazione della morte o sciogliesse i grandi problemi della vita umana; se il perchè della nostra esistenza affannosa fosse racchiuso nella breve terminologìa di un sillogismo scolastico. Ma i misteri supremi del dolore e dell’amore, ma le dolci speranze giovanili e i malinconici rimpianti dei vecchi, ma le formidabili lotte dei filosofi e i fulgidi sogni de’ poeti ci provano che l’ideale della perfetta vita è più in là: o nella glorificazione ultraterrena dell’individuo o nel mirabile avvenire della razza, che darà alla terra nuove creature. Il meccanismo del ragionamento può esser benissimo l’effetto di una decomposizione chimica; ciò non implica che si debba domandar la ragione di quel fenomeno, e sentire che debba esservi una ragione suprema. Del resto il sentimento esiste, ed è qualche cosa di profondamente diverso dalla ragione, e dà alla, nostra intuizione attività meravigliose. La stessa forza che prende vie diverse, sia pure: ma che sia questa forza è un mistero. Per coltivare questo sentimento nell’anima dei giovani, per nobilitarlo, per farne una cosa divina io ho lavorato tutta la mia vita, incurante dei motteggi di molti i quali giudicando la mia opera di scrittrice vanno dicendo che ho intinto la mia penna nel miele. Ma oh, quanto miele abbiamo adoperato, con Edmondo de Amicis, l’uomo e lo scrittore a cui sento di somigliare di più! E che strepitoso successo ha avuto Cuore! Forse lo han letto migliaia di giovani per deriderlo? Forse lo han tradotto in tutte le lingue europee per criticarlo? Forse han pianto tutti su quelle pagine per rammollimento o per dege-