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VI.

La famiglia Borrani.

(1855).

Nella casa di via delle Ruote, nel piano sotto al nostro abitava una cara famiglia a cui mi legano imperituri ricordi di tenerezza e di gratitudine: la famiglia Borrani, nome non nuovo nè inglorioso per la storia dell’arte perchè ad essa appunto appartiene il fiorentino pittore vivente Odoardo Borrani, a cui, forse, avrebbero arriso più lieti i destini s’ei fosse stato più ossequente alle leggi dell’opportunismo e più avesse incurvato la schiena davanti alla critica presuntuosa, vacua e ciarliera del giornalismo italiano. Ma il Borrani anche da giovanetto, era sempre un po’ orso: e non è quindi da far le meraviglie se anche oggi il nome di qualche sciatto imbrattatore di tele è più noto in Italia di questo artista dalla maniera sciolta, ma castigata, dal disegno puro, corretto, oserei dire impeccabile.

Mia madre fece presto amicizia con la signora Polda, madre di Odoardo, che in quell’epoca (1855-57) studiava pittura all’Accademia di Belle Arti.

Come debbo a Montemurlo il sentimento della natura, io debbo a questo egregio uomo il sentimento dell’arte.

Ricordo un po’ vagamente, ma ricordo. In un estivo pomeriggio domenicale, Odoardo Borrani salì da noi per salutar la mamma e forse, credo, per fare un dito