Pagina:Il "genio" in guerra.djvu/6

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per esempio, gittata con poche assi sopra un fossato — vedete non so che singolare cura della perfezione; l'istinto di toccar subito la forma più logica e insieme più armonica, un calcolo minuto e geniale dell’effetto e dei mezzi. Pare che il soldato italiano non sappia lavorare nel provvisorio, che tutto quello che fa sia per sempre.

Veramente, oggi si capisce che «costruire» è ancora un privilegio della nostra razza.

Questi sono bene gli uomini che fino a ieri hanno emigrato a costruire i tunnels, i viadotti, le strade, le case in tutto il mondo.

In una guerra come la nostra, in cui la strategia pare al tutto quasi sostituita, e la tattica e le opere accessorie hanno un valore immenso, non è a stupire che l’arte dell’operaio-soldato sia assurta a fastigi di suprema importanza.

Chi lo ha visto all’opera ha, deve avere, profondamente sentito l’orgoglio della razza, la meravigliosa ricchezza di risorse fisiche e morali, la sapiente agilissima duttilità di energie che caratterizza l’artiere italiano.

Cervesato


Fra i valorosi del Genio.

Che cosa abbiano fatto le truppe del Genio durante le offensive ultime sugli Altipiani, sul Montello, sulla Piave, è difficile dettagliare. Soldatini spesso distaccati e lontani gli uni dagli altri, soldatini perduti nelle viscere delle montagne vicino alle perforatrici, lungo le strade, sui pali telegrafici o sul percorso delle linee telefoniche, sui fiumi e sui torrenti, presso le passerelle e i ponti, questi soldati sono stati più che meravigliosi, e se ebbero varie citazioni all'ordine del giorno del Comando Supremo se le son ben guadagnate. Sugli Altipiani sono soldati del Genio che combattono come fanti; sul Montello sono soldati del Genio che, pur circondati dal nemico, si difendono a tutta oltranza, ma continuano imperterriti a trasmettere messaggi ed ordini ai Comandi. Sono soldati del Genio che sulla Piave gettano ponti e costruiscono passerelle mentre la mitraglia tempesta e le granate lascian cadere dall’alto la loro mortifera gragnuola.

Ad esaltare l’eroismo di questi soldati, veri e forti cooperatori e collaboratori per la vittoria, bene ha fatto il Comando della VI Armata organizzando la cerimonia che in onore dei prodi del Genio si svolse in una conca alpina ad un tiro di fucile dalle linee che sugli altipiani oggi saldamente teniamo. In una vasta prateria, tra le malghe dilaniate dal tiro del cannone, erano raccolti i soldati del


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