Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/95

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canto sesto. 83

D’Acri gli allóri su l’infranto muro
     10Gli mostrava la Gloria, e gli dicea:
     Vieni, prendi, son tuoi, monta securo:
     Ed ei voltate già le spalle avea.
     Un lauro più d’assai bello e più puro
     Di qua dal mare il suo pensier vedea;
     15Di questo solo ei vuol la fronte adorna.
     Francia, t’allegra; Italia, sorgi: Ei torna.
Ma senza memoranda alta vendetta
     Non fia no dell’Invitto il dipartire.
     Intégra e degna dell’Eroe l’aspetta
     20De’ forti il sangue estinti in Abukire;
     E tal l’ebbe. Su l’onda maladetta
     Le Gallich’ombre si placáro e l’ire.
     Di Turca strage il mar crebbe, e l’ondosa
     Faccia sparì da tanti corpi ascosa.
25Spente le forze de’ nemici, e ogn’uopo
     Dell’armata provvisto, al lido aduna
     I suoi più fidi il Duce, e dal Canopo
     Salpa; e nocchiera in poppa ha la Fortuna.
     Nè fragil prora vi fu pria, nè dopo
     30Mai l’onde ne vedranno altra veruna
     Di tanto carco. Il cor, cui poco è il Mondo,
     Quel cor si cela in quell’angusto fondo.