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Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/502

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parte seconda 425

visi e distinti son Thai-ki». — Esso è la materia una (Khi) nello stato di Caos, detta anche Yüan-khi, materia prima. «— È il nome d’ogni cosa avanti che pigliasse forma determinata, ma avente in sè la facoltà di divenire».1 — Un letterato per nome Kuan-yung, che viveva nel iv secolo d. C., così si esprime: «Il Thai-ki è il tempo del Caos e delle tenebre continue; quando il sole e la luna nascondevano il loro splendore, e gli Otto kua si celavano nel lor mistero; quando il Cielo e la Terra erano confusi nella lor propria sostanza, e l’ideale della virtù era ascoso nella materia de’ corpi».2 — In quanto al significato volgare del vocabolo Thai-ki, alla lettera vuol dire «Grand’estremo»; quasi si volesse intendere lo stato del Mondo a quell’epoca remotissima, oltre la quale non si può spingere il pensiero: l’ultimo limite, a cui può arrivare il nostro concetto intorno allo stato dell’universo.

Il Thai-ki, piuttosto che il Caos propriamente, significa lo stato o il primitivo modo d’essere dello Yin-Yang e de’ «Cinque elementi», ossia della Forza e della Materia; significa la condizione originale di tutto quel che più tardi formò l’universo mondo; condizione necessaria, senza la quale l’ulteriore manifestarsi delle forme e dei fenomeni sarebbe stato impossibile. La quiete assoluta fu la sua principale e prima qualità, e per essa si mantenne tale; il moto fu la qualità che lo trasformò in creatore. Il moto, sotto tutte le molteplici forme, fisiche e filologiche, alternato col riposo, convertì l’inerzia originale del Thai-ki in vita perenne, continua e universale. Il Thai-ki, riguardato come la sostanza, da cui


  1. Huai-ku-lu, fol. 7.
  2. Confronta p. 290, n. 2.