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Il Canzoniere 183

     Che senza fine i’ godo,
     E bramo eternamente mirar fiso
     Tant’altre meraviglie del bel viso.
Or ciò ch’io senta, s’ella poi ragiona,
     20Come suol sempre, di cose alte e nuove,
     Ed oda quanta in quelle labbra piove
     Grazia il parlar umanamente grave,
     Dicalo Amor, che vuol, ch’allor si prove
     Una dolcezza tal che m’abbandona
     25Subito l’alma, e vola dove suona
     Dei dolci accenti il ragionar soave.
     Ben potrà dir ch’a par di lei non s’have
     Diletto, o gioia: oh, s’io il sapessi dire,
     Certo so ben che ’l mondo invidia avrebbe
     30Al viver mio felice, e ogni uom direbbe,
     Ch’avanza il mio piacer ogni gioire.
     Vedesi allor scoprire
     Il trionfo d’Amor fra bei rubini,
     Perle e coralli fini,
     35E s’io vi guardo intentamente allora
     Moro senza sentir come si mora.
Ma che dirà, se ’n parte si discopre
     Il casto petto albergo d’ogni grazia,
     Ov’ei trionfa, nè giammai si sazia
     40L’alte sue pompe farne manifeste?
     Ivi ridendo dolcemente spazia,
     Ed or l’un poggio, ed ora l’altro copre
     Con tanta maestà, che di quell’opre,
     Ch’in terra senza par si fan, son queste.
     45Ma se per grazia la pomposa veste
     Talor dà luogo a tanta meraviglia,
     Come balena il ciel, vive faville
     Si veggion scintillar a mille a mille,