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Il Canzoniere 79

     Manca la gioia mia, 10
     Perchè m’affligge tanto il tuo languire,
     Che per più non morir vorrei morire.12


V. 2. Martìre, angoscia e pianto.

V. 5. Posto m’ha Giove, imagine mitologica che ci riesce strana e mal decifrabile, dato anche il carattere frammentario e lacunoso di questo Canzoniere. L’epiteto di Giove può riferirsi ad un personaggio altolocato, signore o protettore del poeta, che lo abbia assunto, diremo così, tra i suoi satelliti, affidandogli qualche nuova carica onorevole, che però lo distoglie per l’ufficio suo, o lo allontana, con viaggi, dalla Mencia.

V. 7. Di me ti duole, il dolore di lei dipende adunque dalla novissima condizione di lui.


XXIV.

Non sa se debba lagnarsi di Amore, o de’ begli occhi della Mencia, che ha maggior pietà d’un cane perduto che non di lui, suo amatore che langue.

Di te non so se mi lamenti, Amore,
     E pur mi par cagion’averne assai,
     O de’ begli occhi, e lor ardenti rai,
     Onde nel mondo acquisti tant’onore. 4
Di lor che posso dir, se non ch’ardore
     M’instillan con tormenti, ed aspri guai,
     Nè ponno sofferir, ch’un’ora mai
     Libero viva, e senz’incendio il core? 8
Tu il vedi, e sai che ’l mio bruciar a gioco
     Piglia Madonna, e piange un can perduto,
     Nè di pietà ver me mai mostrò segno. 11
Lasso, i’ son morto in tanta fiamma, e fuoco:
     Ma chi mi piange? Chi mi porge aiuto?
     E fa Madonna un can del pianto degno. 14