Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/128

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il giugurtino 77

ri; e che tu non voglia prima aggiungerti quelli che sono stranieri, che quelli che sono del tuo sangue medesimo ritenere. Oste nè tesauro1 non sono ajuto o difensione del reamef ma gli fedeli amici, i quali nè per arme puoi costringere, nè per ricchezza bene acquistare: chè si acquistano per servizio e per ben mantenuta fede. E quale è più o maggior amico che’l fratello? o cui straniero troverai fedele, se2 sarai inimico a9tuoi? Certo io vi lascio reame molto fermo, se buoni sarete; ma9 se sarete rei, molto debole: chè per concordia le cose piccole crescono; per di* scordia le grandissime tracorrono3 e vengono meno. Ma principalmente a te, Giugurta, il quale se* maggior di tempo e di senno» conviene provvedere ch’altro non avvegna: perocché in ogni contenzione quegli che è più potente, eziandio se riceve la ingiuria, pare altrui ch’egli la faccia. Voi medesimi, Aderbale e Jemsale, onorale e osservate cotale uomo come è questi4 e seguitate la sua virtù5, e brigatevi che non paja ch’io abbia miglior figliuolo preso che quegli che io ingenerai. A queste cose Giugurta, avvegnach’egli conoscesse che queste erano parole infinte, e egli molto altramente si pensava, pertanto rispose benignamente, secondo il tempo6. £ Micipsa dopo pochi dì morio.

CAPITOLO IX.

Lo trattamento di Giugurta e d’Aderbate e Jemsale.

Poiché gli figliuoli ebbono fatto egualmente l’onore magnifico a modo di re, li detti tre regoluzzi7 furono insieme per trattare e ordinare def fatti del reame8. Ma Jemsale, il quale era minore di lutti, feroce per natura, dispregiando eziandio innanzi la condizione di Giugurta, perciocché da parte di madre non era loro pari, anzi assai vile, prese a mano destra Aderbale, e puoselo a sedere, acciocché Giugurta non sedesse in mezzo: la qual cosa appresso a quegli di Numidia è tenuta ad onore9.

  1. tesauro k vece antica, ed è lo stesso che tesoro: ed oggi si userebbe solo io poesia.
  2. Abbiam posto/* io vece di et sulla valida autorità del testo latino.
  3. per discordia le grandissime tracorrono) Tracorrere,voce antica, e lo stesso che trascorrere, qui vale disfarsi, rovinare; ed è riportato in questo senso dal Vocabolario di Napoli col solo esempio del nostro autore.
  4. onorate e osservate cotale uomo come e questi) Qui il verbo osservare vale rendersi alcuno benevolo, dargli riverenza e ossequio.
  5. seguitate la sua virtù) Seguitare, oltre le altre sue significazioni, si usa ancora, come in questo luogo, per imitare.
  6. rispose benignamente, secondo il tempo) Tempo alcuna volta vale occasione, opportuni tà re così si vuole qui intendere.
  7. H testo lat. ha regul19 cioè piccoli re.
  8. furono insieme per trattare e ordinare de* fatti del reame) Essere insieme con uno vale trovarsi con alcuno, abboccarsi con lui; e si dice ancora essere con alcuno.Vogliamo avvertire che essere insieme t stato aggiunto in questo sentimento al Vocabola rio del Manuzzi con un esempio del Cecihi, al quale potrebbe aggiungersi ancora quest’altro, che è più spiccato e chiaro.
  9. la qual cosa appresso a quegli di Numidia è tenuta ad onore) Queglif plurale, quando è seguito da un genitivo di un nome di luogo, come quei di Napoli quei di Genova, vale i cittadini o gli ubitatori di Napoli f # cittadini 0 gli abitatori di Genova. Notiamo anche nelle parole tenuta ad onore il significato della particella a, che in questa luogo vile per; onde