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il giugurtino | 149 |
ci, molti furono usciti della terra; subitamente tutti li cavalieri, e, con loro, velocissimi pedoni, fece andare in corso a Capsa 1,e porsi alle porte della città: poi egli atteso isbrigalamente seguio, e non lasciò suoi militi far niente di preda. Le quali cose poiché li cittadini conobbono, divenne che le cose spaventevoli, la paura grande, il male sprovveduto, anche parte de’cittadini di fuori dalle mura essendo già nella potestà de’nemici, queste cose li costrinsono che si rendessono loro. E, arrenduti, la città fu arsa; li Numidi, ch’erano in età, uccisi; tutti gli altri venduti; e la preda fra li militi partita. Questo male contra ragione di battaglia non fu per avarizia del consolo, nè per sua malvagità; ma perocché quello luogo a Giugurta era molto in acconcio, e a noi troppo malagevole ad andarvi; e la generazione di quegli uomini è mutevole e infedele, e nè per beneficio nè per paura recasi al diritto2. Poiché sì grande cosa così sbrigatamente ebbe fatta Mario, senza niuno disagio de’suoi, grande e onorato dinanzi, più grande e più onoralo cominciò a essere avuto. Tutte cose ch’egli non bene consigliasse, si traevano pure a virtude; li militi avea molto obbedienti a sua signoria, e, fatti ricchi, sì’l lodavano al cielo3; i Numidi più che uomo mortale il temeano: ultimamente lutti amici e nimici credeano o che egli avesse mente divina, ovvero che per alcuna significazione degli Dii fossono tutte cose dimostrate.
CAPITOLO LXX.
Dell’avventuroso pigliamento4 d’uno castello molto forte.
Ma il consolo, poiché questo gli venne prosperamente fatto, andò ad altre ciltadi;e poche furono quelle, alle quali egli avesse grande contrasto di difesa degli Numidi a pigliare: molte n’arse, diserte per miseria degli Capsesi5: di lamento e d’uccisione riempiea ogni luogo. Alla per fine avendo conquistalo molti luoghi, e li più senza sangue de’suoi, prese a fare un’altra cosa, non con tanto studio come de’Capsesi, ma ella era nieute meno grave che fosse quella. Ciò è: che presso al fiume Muluca, lo quale dipartia il reame di Giugurta e di Bocco, era fra l’altra grande pianura uno monte di sasso, sul quale era uno mezzano castello, assai di grande veduta6, ed era’l dello monte ismisuratamente alio, e non v’era se non
- ↑ fece andare in corso a Capsa) Andare in corso è registrato nal Vocabolario della Crusca in sentimento di corseggiare, andar corseggiando’, ma qui in corso è lo stesso che a corsa, cioè correndo-, onde fece andare in corso si ha ad intendere fece andare correndo.
- ↑ nè per paura recasi al diritto) Qui la slampa avea: nè per paura recali al diritto. Facile ci è paruto lo scambio della lettera, e però abbiamo così ridotto a corretta sintassi la clausola.
- ↑ sì 7 lodavano al cielo) Lodare al cielo vale lodar grandemente: ma, meglio che lodare al cielo, dicesi lodare a cielo.
- ↑ pigliamento è voce antica, ed è lo stesso che presa, il prendere.
- ↑ molte ri’ arse diserte, per miseria degli Capsesi) Le slampe hanno; molle riarse per miseria degli Capsesi. Dice il latino: pi tira, deserta propter Capscnsium miserias, /gni corrumpi. « È dunque ( osserva il Betti ) certo che dopo n’arse marn a un essenzialissi* mo deserte, pvvero abbandonate. » Ci siamo attenuti all’avviso di tanto uo’ino.
- ↑ assai di grande vedi ita) Il testo ha qui saiis patens; onde par chc si debba intendere che poteva esser veduto da ogni parte.