Pagina:Il Catilinario ed il Giugurtino.djvu/29

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xxii prefazione

ben guidare i giovani nello studio ed imitazione degli autori, e per poter trovare acconcio compenso ai difetti, che o quelli hanno naturalmente, o che acquistarono per reo metodo di studiare. E prima e principal cura debb’essere il far che quelli intendano come conviene che essi imitino i classici scrittori, e che non debbono prenderne un solo ad esempio, nè sforzarsi di andar quello puntualmente imitando; anzi osservare in tutti le diverse maniere di stile proprie e particolari di ciascuno di quelli, e la generale ed archetipa e distintiva forma dello scrivere italiano, della quale tutti in diverso modo partecipano. La quale da prima non è agevole a discernere, e dipoi da ’giovani ben guidati si può cominciare a subodorare, e dopo molto studio si giugne da ultimo a ben ravvisarla, e si può suggellar nella nostra mente. Nè questa, come Voi ben sapete, è da tener lieve cosa, ma grave molto e necessaria: che altrimente non si può, segnatamente da quelli che non nacquero nella bene avventurosa Toscana, acquistar quella urbanità che tanto si ammira e diletta nelle opere del Caro, nelle eleganti prose del Giordani, e nelle leggiadrissime e toscanissime vostre rime. Ma, oltre a questo, un altro ufficio ancora non men grave e difficile hanno a fare i maestri, i quali in certa guisa imitar debbono i medici, e sforzarsi di guarire i loro discepoli da ogni infermità o malsania che essi patir possano. E le malsanie e le infermità alle quali sogliono soggiacere i giovani, quando incominciano a comporre, sono di più maniere, ed a tutte si vuol trovar presto compenso, perchè, invecchiandosi loro addosso, non divengano incurabili. Onde, da prima, al disegno de’ lavori molto debbe attendere il maestro, e con grande diligenza e sottilmente deve venirlo esaminando e discoprirne tutti i difetti: chè in questa parte, più che in altra, non si può non peccar gravemente da ’giovani, i quali, ancora che fossero di ottimo ingegno, mancan dell’uso e della pratica dell’arte. La quale assai meglio che astrattamente s’insegna a questo modo, e facendola pure ravvisare nelle opere degli autori toscani, ed in quelle ancora più de’ latini e de’ greci, maestri impareggiabili di tutte le liberali arti. E l’unità e semplicità del suggetto in quelle conviene far ben discernere, ed il giudizioso ordinamento delle parti, e come ogni cosa in esse è disposta a dare svolgimento e lume al primo e general concetto dell’opera; ed il sottil