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spavento procuratomi da Bellia: e sono contenta del male di lui perchè lui ha causato il mio male; ma anche perchè è il mio padrone. Ma non trovo pace: ho paura di morire e che il giorno del giudizio di Dio riveli ai miei padroni quello che ero io.
I padroni ascoltavano, stupiti e silenziosi come fossero davvero nella scena del giudizio universale. Bellia era un po’ beffardo sebbene turbato anche lui mentre la madre sentiva voglia di inginocchiarsi accanto alla serva e piangere con lei, e Zebedeo provava un senso confuso di paura; gli sembrava che la serva fosse pazza: solo una pazza può fare così. E zia Annia in fondo con la sua grande figura nell’ombra pareva giudicasse tutti come il fantasma del tempo.
Rosa continuava: — Il Rettore allora mi disse: i tuoi peccati non sono grandi; sono peccati comuni a tutti gli uomini; ma il tuo peccato grande è quello della finzione: farti credere quello che non sei. Spògliati della finzione e Dio