Pagina:Il Dio dei viventi.djvu/241

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più il viso a guardarlo; gli darò da mangiare e da bere, lo curerò e farò il mio dovere verso di lui, ma fin da oggi è come morto per me; non è più mio figlio.

Il mare stesso e il cielo parvero offendersi per queste parole. Nuvole arcigne e corrucciate salirono dal mare, l’aria si mosse, l’acqua la imitò. E le procellarie sinistre sgorgarono dalle nuvole come dai loro nidi.

— Bellia, Bellia, cuore mio, — gridò subito la madre.

Le rispose la voce minacciosa del mare, poi soffiò forte il vento e rombò il tuono e fu una gara di rumori infernali a chi poteva più spaventarla.

Ella tendeva l’orecchio se sentiva il suono della fisarmonica, il suono che adesso le sembrava l’unica voce buona della terra, quella che sola poteva ricondurre la gioia e la serenità nell’Universo sconvolto dall’ira di Dio.

— Non si potrebbe mandare una barca a cercarlo? — domandò all’ospite. — Sono pronta a pagare tutto quello che occorre: tutto.