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pozzo dove Rosa e la padrona rosse e sudate attingevano l’acqua e la versavano nelle secchie, e prese due di queste; e per qualche minuto non fece altro che correre dalla tettoia al pozzo e dal pozzo alla tettoia e lanciare acqua sul fuoco. Anche gli altri, uomini e donne, facevano lo stesso: i vicini di casa portavano l’acqua dai loro pozzi, i bambini aiutavano; e tutti pareva si divertissero. Ma l’incendio continuava e anche le fiamme avevano qualche cosa di allegro, alimentate anzichè abbattute dagli sputi dell’acqua.
I cavalli nitrivano e scalpitavano nella stalla; già una trave della tettoia dapprima annerita fumava e s’accendeva in cima come un sigaro.
Allora Zebedeo, acciecato dal fumo e dall’angoscia, s’accorse che Bellia aveva appoggiato una scala di fuori e smoveva le tegole del tetto.
— Largo, — gridava. — Adesso smuovo la trave e la faccio andar giù.
Tutti si scostarono, coi secchi in mano, guardando in alto: in breve s’udì uno