Pagina:Il Governo Pontificio o la Quistione Romana Di Edmond About.djvu/123

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il malcontento contro il segretario di Stato. L’ultima volta che il Papa rientro con solennità nella capitale (parmi dopo la gita a Bologna), la Porta del Popolo ed il Corso erano, secondo usanza, parati a festa, e le antiche statue de’ Santi Piero e Paolo coperte dei drappi sospesi. Sul canto del muro il popolo trovò scritto il seguente dialogo:

Piero a Paolo. «Dimmi, collega, e parmi che ne volgano le schiene.

Paolo. — Che vuo’tu! Noi siam nulla: tutto, nel mondo, può Giacomo.»

So bene che l’odio non prova nulla, anche l’odio degli Apostoli. La nazione francese, che mena vampo di giustizia, insulto le esequie di Luigi XIV, ebbe in uggia Arrigo IV per le sue economie, Napoleone per le vittorie. Non debbesi giudicare un uomo di Stato dopo le disposizioni de’ nemịci suoi. Sole ragioni pro e contro hanno a essere le sue geste pubbliche; soli testimoni la grandezza e la prosperità del paese che ei governa. Ma gli è temere, che tale inchiesta non riesca molesta all’Antonelli. La nazione gli dà carico di tutti i mali che ha da dieci anni sofferto. La miseria ed ignoranza universale, lo scadere di tutte le arti, la violazione di tutti i diritti, l’oppressione di tutte franchigie, il flagello permanente dell’occupazione straniera ricadono sul suo capo, avvegnadiochè ci sia solo responsabile d’ogni cosa. Ha egli almanco ben servito alla parte retriva? Ho miei dubbii. Quali fazioni ha sof-