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Quest’ultima incominciò il 27 settembre o durò sino al quattro ottobre, e produsse gravissimi danni in quasi tutti i paesi del Lago Maggiore, specialmente in Intra e in Arona. A Stresa le acque giunsero sino al tabernacolo dell’altare maggiore della chiesa parrocchiale, e buon numero di abitanti, essendo state le loro case invase delle acque, dovettero per tre giorni riparare sul colle vicino.

Nè devo omettersi qui il doloroso caso della terra di Feriolo occorsole la sera del 15 marzo dell’anno 1867. Le descriverò colle parole stesse della Gazzetta officiale, che ne diede la relazione sotto il giorno 21 marzo: « verso le ore 5 pomeridiane del venerdì 15 marzo fu avvertito nel Lago un movimento subacqueo, che occasionò subito un rialzo del pelo dell'acqua di centimetri 60 di contro a Feriolo, e dicesi che egual fenomeno sia stato rimarcato a Laveno, Pallanza e Sesto Calende. Alle ore sei si avvallò improvvisamente e la spiaggia fiancheggiata dalla strada nazionale, restandone ingoiato il molo e le caso sì repentinamente, che nessuna

e delle persone esistenti nelle case si pote sottrarre e a mala pena scamparono quelle che lavoravano all'aperto. Le case rovinate sommano a sette, a sei le stalle e i fienili scomparsi, le persone morte a 14, e laddove stavano la strada nazionale, le abitazioni, le stalle e i fienili scomparsi vi ha un'altezza d'acqua da 11 a 50 metri di profondità. » Oltre alle persone, che altri avevano fatto ascendere al numero di 17 (vedi la stessa Gazzetta sotto il giorno 19 del detto mese), vi fu anche una perdita non piccola di bestiame1.

  1. Tracce di somiglianti acquemoti si hanno nelle antiche cronache. Racconta il Franscini (Opera cit. Vol. I, p. 140), che uno dei più gagliardi fu quello del 1505, che fu sentito nel nostro e in quello di Lugano ma soprattutto in quello di Como. Le acque superarono allora di vari piedi le rive per una durata considerevole, e molti paesi restarono all'asciutto. - Nel Manuale dell'Ebel già citato all'articolo sul Lago Maggiore si parla anche di un vulcano estinto, le cui tracce sono state scoperte presso Grantola in Val Cuvia che fu soggetto di gravi contestazioni fra i dotti Florian de Bellevue, il Prof. Pini, il Dolomieu sulle quali si appoggiano i sostenitori di esse