Pagina:Il Libro dei Re, Vincenzo Bona, 1886, I.djvu/109

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Nascimento diè il ciel, non s’apre mai
Donando, o poco s’apre. Allor ch’io trenta
Anni fatica sopportai per questo
Libro dei Re, perchè premiando il sire.
215Un tesor m’invïasse, e qui, nel mondo,
Togliesse ogni mio stento, ogni rancura,
Me sollevando al primo onor fra i prenci
Di sua casa regal, schiuse i tesori
A compensarmi e d’un bicchier di birra
220Il prezzo m’invïò! Dunque tal pregio,
Quanto un bicchier vale di birra, io m’ebbi
Pel suo tesor! Ma quel bicchier di birra,
Sì, mi comprai lungo la via, che ha prezzo
Assai più di tal re che non ha legge,
225Non costume regal, non fede intatta,
La picciola moneta ch’io vi spesi.
     Figlio di schiavo è inutil cosa e vile,
Anche s’ei vanta molti padri suoi
Che furon re. Ma gente indegna e abilita
230Alto levar, sperarne egregi frutti,
È quanto il filo d’una gran matassa
Perdere al suo principio, o quanto un serpe
In grembo nutricar. L’arbor che amara
Ha sua natura, se negli orti il poni
235Degli spiriti eletti e al tempo suo
L’arse radici a ristorar ti appresti
Con puro miei che da superne fonti
Stilla nel paradiso, al fin dell’opra
La natura sua rea mostrerà sempre
240E amari frutti recherà. Daccanto
A venditor di canfora odorosa
Fa di passar, di canfora odorosa
Daran fragranza le tue vesti tutte.
Ma se ti accosti a venditor di nero
245E lurido carbon, nulla ne avrai
Fuor che negra sozzura. E meraviglia