Di saggezza e virtù; forza e potere
Sol da giustizia egli cercava. E tanto 410Fu libera dal mal l’anima pura
Di Tahmuràs pel suo fedel compagno,
Che gli splendea nel volto un chiaro lume,
Un divino splendor. — Sappi che molti
Pregi ha quel re che consiglier ministro 415Vanti come costui, saggio ed esperto.
Tahmuràs venne poi, con sua magia
Pose in ceppi Ahrimàne. Ei su quel dorso
Come su ratto palafren sedea,
La sella gli ponea di tempo in tempo, 420E a corsa l’adducea pel mondo attorno.
L’opre di lui come vedeano i Devi,
Ribelli al cenno suo levâr superbi
La cervice, e di Devi una infinita
Schiera adunossi, perchè l’aureo serto 425Vacasse del gran re. Tosto che il seppe,
Tahmuràs si adirò, la lor congiura
A disperder si mosse, e cinto ei venne
Della sua regia maestà, pesante
Recando in collo una ferrata clava. 430Tutti i dèmoni allor, gl’incantatori,
I maghi tutti, in ampia schiera accolti,
S’avanzar rovinosi, e un negro Devo
Li precedea sbuffando. Urli feroci
Levaro al ciel; s’oscurò l’aria, e oscura 435Si fé’ la terra, sì che tolto agli occhi
Fu il veder chiaro. Tahmuràs, di tutta
Cinto la gloria sua, signor del mondo,
Chiuso nell’armi, s’avanzò, col core
Anelante alla pugna. Eran stridenti 440Fiamme di là con negro fumo, e i Devi
Entro a quel fumo avvolti; eran da questa
Parte i compagni del signor del mondo,
Ardimentosi e forti. Aspro un assalto