Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Lo spazzo, ch’a calcare a piedi è messo,
E' di terra Maiolica incassato
Quadro, per quadro, e tanto ben commesso
2884Che par tutto d’un pezzo tragittato:
D’armi e d’imprese è la pittura d’esso,
E di vivi color ben campeggiato
E', tutto il resto, e quel ch’il fa piu degno
2888E', la pittura, e’l suo matur disegno.
Levato poscia un velluto, ch’ascosa
Tenea la porta, che piu drento mena,
Intrammo in una stanza gloriosa,
2892Ch’anch’ella al freddo l’orgoglio raffrena,
L’edifitio parato a far tal cosa
E' una Torre, di gran storie piena
Del gran Moise, e di sua gente eletta,
2896Ch’oltre misura a riguardar diletta.
D’un bel velluto negro un sopracielo
Sopra una nobil mensa appeso pende,
Ch’un magno panno del medesmo pelo
2900Per lungo al mur fino a terra distende:
Fassi di questo a commensali un velo,
E maesta non poca al luogo rende,
Perch’è fornito di dorate imprese,
2904Piu ch’io non so nel narrartel cortese.