Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/103

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di Dio ed assolvervi. Qualunque più grave penitenza sapessi imporvi sarebbe insufficiente, irrisoria. Riflettete bene!

— Rifletterò! — disse il marchese con cupa irritazione nella voce. — Badate intanto; io vi ho rivelato la mia colpa sotto il sigillo della confessione. Voi non potete denunciarmi alla giustizia....

— Denunciarvi? Che vi passa pel capo? Pensate piuttosto che in questo momento voi rifiutate la grazia del Signore....

— Assolvetemi!... Farò penitenza! — supplicò il marchese. — Riparerò in qualunque altro modo! Tutto si compensa nel mondo!

— Sentite? — rispose il confessore. — Dio ci parla anche coi venti, coi terremoti, con la fame, con la peste, e ci palesa l’ira sua e ci ammonisce....

— Tornerò un’altra volta!

E il marchese si rizzò in piedi.

— Il Signore vi aiuti! — esclamò il prete.

E mentre il marchese si rimetteva in testa il berretto di màrtora e indossava la cappotta, egli andò a riprendere il lume; e su quel viso pallido ed emaciato riapparve l’abituale dolce sorriso di bontà quasi femminile.

— Voi non potrete denunciarmi! — replicò il marchese.

E sembrava minacciasse.

— Ho dimenticato — rispose don Silvio. — Ah, signor marchese! Ah, signor marchese!