Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/153

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Ma appunto quella mattina, nell’aiutarlo a indossare i paramenti sacri per la messa, don Giuseppe il sagrestano gli domandava:

— Avete sentito, don Silvio? Il marchese di Roccaverdina ha regalato un Crocifisso al convento di Sant’Antonio. I frati fanno una gran processione. Non lo sapevate?

Don Silvio, che non voleva distrarsi dal recitare i versetti rituali, indossato il camice, lo ammonì:

— Zitto!... Porgetemi il cingolo

E intanto ch’egli se lo legava ai fianchi, il sagrestano, giràtogli attorno per aggiustargli le pieghe, e dàtogli in mano la stola, riprendeva:

— Grand’offesa per la nostra parrocchia! Il canonico Cipolla è furibondo; e anche gli altri canonici. Non andremo, s’intende, alla processione del trasporto.... Il padre guardiano ha mandato l’invito. Aspetta, che vengo!

Don Silvio adattàtosi il manipolo al braccio destro, abbassava la testa perchè il sagrestano gli infilasse la pianeta:

— Non ve n’importa niente, a voi, di questa offesa alla parrocchia?

Preso di sul pancone il calice col corporale e il sovraccalice, don Silvio si era avviato per l’altare. Su la soglia della sacrestia il canonico Cipolla lo fermava.

— Siete avvertito: noi non interverremo. Ve l’ha detto don Giuseppe?