Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/260

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— L’orgoglio ti acceca!... Non vuoi macchiare il nome dei Roccaverdina!... Dei Maluomini! Ah! Ah! E vorresti continuare ad ingannare il mondo, come hai ingannato la giustizia umana!... Hai scacciato di casa tua il Cristo, che t’importunava col rimprovero della sua presenza!... Ed ecco dove ora ti trovi! Egli, sì, egli ti è stato addosso, non ti ha dato tregua... E ti perseguiterà, fino all’estremo, e smaschererà la tua ipocrisia, inesorabilmente!... Che potrai tu contro di lui?

Con un manrovescio fece volar via dal tavolino quei libri che più non riuscivano a convincerlo, e già gli sembravano balorda mistificazione; e stette a lungo, con la testa tra le mani, con gli occhi sbarrati, guardando verso il letto, dov’egli aveva dormito, facendo brutti sogni, la notte avanti e dove non avrebbe più potuto trovar sonno fino a che non avesse ottenuto, espiando, la divina grazia del perdono! Si stupiva di vedersi ridotto in questo stato, come travolto da un turbine improvviso. Gli sembrava che il tempo fosse trascorso con incredibile celerità, e ch’egli fosse, in poche ore, invecchiato di vent’anni. Eppure niente era mutato attorno a lui. Ogni oggetto della sua stanza era al posto di prima; li scorreva con gli occhi, li numerava.... No, niente era mutato. Egli soltanto era diventato un altro. Perchè? Perchè suo cugino, sentendosi in pericolo di morte, aveva rinnegato le sue