Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/261

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convinzioni? Che doveva importargli di lui? E non poteva essere stata una debolezza piuttosto fisica che intellettuale?

Raccolto da terra uno dei volumi, sfogliò parecchie pagine, si rimise a leggere, irritandosi di non ritrovare in quei ragionamenti l’evidenza persuasiva e convincente che lo aveva prima turbato un po’ e poi consolato e confortato, facendogli vedere il mondo e la vita sotto un aspetto positivo, affatto nuovo per lui. Forza e materia, nient’altro.... E le cose che scaturivano per propria virtù dal seno della materia cosmica, dall’atomo all’uomo, via via con lunga serie di lente evoluzioni.... E gli organismi che si perfezionavano per continuo e interminabile movimento, dalla coesione minerale alla germinazione vegetativa, dalla sensazione all’istinto e alla ragione umana.... E tutto senza soprannaturale, senza miracoli, senza Dio!... La materia che si disgregava assumeva nuove forme, sviluppava nuove forze....

Ah! Si era lasciato convincere facilmente, perchè gli accomodava di credere che le cose andassero così! E non era mai rimasto proprio convinto. No! No! Come espiare? Era inutile illudersi; doveva espiare! Gli sembrava impossibile che quella parola fosse potuta uscire dalla sua bocca. Ma si sentiva vinto; non ne poteva più! La sua volontà, il suo orgoglio, la sua fierezza erano cascati giù tutt’a un tratto, come vele abbattute da un tre-