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Era pallido invece e rivelava una profonda irritazione nel tono della voce.

— Benissimo, vi dico! — egli replicò a un gesto dubitativo della marchesa.

— Non ci mancherebbe altro — intervenne il cavalier Pergola, — che il cugino dovesse star male perchè un imbecille si è impiccato!

— Mi dispiace soltanto di non aver potuto dormire la notte scorsa — soggiunse il marchese. — Vado subito a letto, per un paio di ore.

La marchesa lo seguì in camera.

— Grazie, non ho bisogno di niente — egli disse.

— Prendete almeno un torlo d’uovo col caffè.

— Niente. Lasciatemi dormire un paio d’ore.

— So che vi siete sentito male....

— Male, perchè? Sono un bambino forse?

— Lo hanno portato via? — domandò la marchesa dopo un istante di pausa.

— Sì, il diavolo se lo è portato via!... Ma non capite che non voglio parlarne?... Che voglio.... dormire?

La marchesa lo guardò stupita e uscì di camera mortificatissima, quasi si fosse sentita scacciata. Chiuso l’uscio, e tenendo una mano sul pomo di rame della serratura, stette là alcuni secondi, per ricomporsi prima di tornare in salotto.

— È già andato a letto? — le domandò lo zio don Tindaro, arrivato in quell’intervallo. — Peccato!... Volevo mostrargli....

Capuana, Il Marchese di Roccaverdina 21