Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/356

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forse cose che potrebbero farvi molto piacere... commuovervi, distrarvi dal presente che sembra vi pesi.... Se io fossi un ostacolo.... Oh! io sono un fuscellino che potete cacciar via con un soffio!... Voi lo sapete.... Voi lo sapete!

La voce, vibrata un momento con dolorosa ironia, e poi diventata tremula, incerta, le si era affievolita tra i singhiozzi di nuovo irrompenti; e le ultime parole le erano uscite dalle labbra soffocate dallo scoppio di pianto che l’accasciava sui guanciali, con la faccia nascosta tra le mani.

— Ma ditemi la verità! Che cosa vi hanno insinuato? Ditemi la verità!

Il marchese non sapeva persuadersi che unicamente la cesta e la lettera avessero prodotto quell’esplosione di gelosia, quel grido d’anima trambasciata! Immaginava che, nella sua assenza, fosse dovuto accadere qualche cosa di inatteso, di grave, e per ciò insisteva a ripetere: — Ditemi la verità! Ditemi la verità! — Stringendosi forte la fronte con le mani convulse era andato premurosamente a mettere il paletto all’uscio, per impedire che Maria — non ancora abituata a picchiare prima di introdursi in una stanza — entrasse all’improvviso; e, tornato davanti al letto, premendo con una mano carezzevolmente la testa della marchesa, la supplicava, sottovoce, di frenarsi, di tranquillarsi.

— Siete eccitata.... Forse avete la febbre.... Voi