Pagina:Il Marchese di Roccaverdina.djvu/368

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— Sì, hanno giurato?... Perchè hanno giurato? Volevano ridersi di me?

Tornava ad agitarsi, a smaniare, a sconvolgere le coperte. Una sconcia parola gli uscì di bocca. Non poteva essere rivolta a lei. Egli la ripetè con accento incalzante, quasi la sputasse in faccia a una donna, lontana; si capiva dall’espressione e dal gesto.... La marchesa ebbe una stretta al cuore. L’idea della malìa, che l’aveva sconvolta il giorno in cui erano arrivate la cesta e la lettera della Solmo, le si riaffacciò alla mente, atterrendola. Ne vedeva già gli effetti?

E die' un grido, chiamando: — Maria! Titta! — allo sbalzo del marchese che, saltato giù dal letto, cominciava frettolosamente a rivestirsi. Aperse l’uscio, chiamando più forte finchè non sentì rispondere; poi, vincendo la paura che l’atto del marchese le ispirava, tentò di impedirgli che finisse di vestirsi:

— Antonio! Marchese! — pregava afferrandolo per le braccia, incurante delle rudi scosse con cui egli la respingeva.

Ritto, con le labbra serrate, e gli occhi aggrottati, il marchese respingeva più vigorosamente i tentativi di Maria e di Titta accorsi mezzi vestiti in aiuto della padrona.

— Delira.... È la febbre.... — ella spiegava.

Maria era stata rovesciata su la sponda del letto dal vigoroso movimento d’un braccio del marchese, e