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il mistero del poeta 103

chè comunemente, lodando in faccia uno scrittore o si mente del tutto o si mente in parte. Sono io stesso affatto senza colpa? Omnis homo mendax, ne sono convinto, e quando ne ho la riprova nelle acerbe censure che mi si fanno alle spalle da chi m’ha lodato in faccia, godo di confermarmi nel vero, godo di costringere il mio orgoglio a considerar le ragioni dei detrattori, prendo il buono, disprezzo il resto, e poi sento la terra più salda sotto i miei piedi, l’ingegno più libero, il cuore più forte.

La gente mi trovava cambiato. Si facevano commenti sulla mia rottura con la signora, non si poteva credere che non avessi un’altra amante, si arrischiavano supposizioni, si scoprivan false. Qualche signora civettava un pochino con me e smetteva presto, giudicandomi di ghiaccio. Mio fratello e mia cognata non erano meno sorpresi de’ miei modi, del mio umore, del mio aspetto istesso. Dapprima mi fecero qualche interrogazione, poi vedendo che non le gradivo e che rispondevo sulle generali, non parlarono più. Credo che mia cognata — glielo perdono — abbia persino osservato la calligrafia delle lettere che mi