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il mistero del poeta 231

tarono presto il mio orgasmo. Camminando, mi tornavano spontaneamente alle labbra alcuni versi pensati pochi mesi prima, nel passeggiare di notte la mia città:


     È mezzanotte, al mio passo
La strada vuota risuona
Mentre men vo lento, lasso,
E ai sogni il cor s’abbandona.

     Le nere alte case gotiche
Sfolgora un lume d’argento;
Non so che peso di secoli,
Che stanco dolor vi sento.

     Tu in faccia mi splendi, o luna,
Fra i tetti obliqui sorgente.
Ahi che un’amara fortuna
Pur nel tuo volto si sente.

     Deserta, in cielo, tu sei;
Di tanta gloria che fai?
O luna, s’io non ho lei
Splender poeta ch’è mai?


Passai dal Rossmarkt; la casa era tutta buia. Il pensiero che all’indomani sera Violet non sarebbe più là, che forse non saprei dove seguirla, mi diede un acuto ma breve spasimo. Passai gran parte della notte alla finestra, im-