Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/112

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fattosi incontro al Guardiano, e domandatolo della cagione di tal novità, con allegro volto cosi come preposto avea gli rispose: Maestro nostro carissimo, le nostre ordinationi vogliono che occultamente debbiamo portare le reliquie dei nostri santi in casa di coloro che le dimandano: a tale che se l'infermo per alcuno suo mancamento non ricevesse la grazia, per non diminuire in parte alcuna la fama de' miracoli, di nascoso ne le possemo a casa ritornare: ma ove Iddio mediante dette reliquie uno evidente miracolo mostrare volesse, noi dovemo in tal caso con ogni cerimonia e solennità che possemo condurnele in chiesa manifestando il detto miracolo, e quello scrivere in pubblica forma. Onde essendo come già sapete la donna vostra de la sua pericolosa infermità liberata e per la virtù de la nostra reliquia, simo venuti con questa solennità a ritornarnela a casa. Il maestro, che tutto il capitolo dei frati con tanta divotione vedea, istimò che a niuno mal fare ne sarebbero mai tanti concorsi, donata indubbia fede alle simulate ragioni del Guardiano, avendo ogni sospetto pensiero da sé al tutto rimosso, rispose: Voi siate li ben venuti. E presi per. mano lui e il predicatore in camera ove la moglie stava li menoe. La donna che in tal ponto non dormia, con una tovaglia bianca e odorifera in fra quel mezzo aveva le dette brache fasciate: le quali il Guardiano discoperte, con grandissima reverenza la bacioe, e fattele dal maestro. e da la moglie, e finalmente da quanti in camera dimoravano divotamente baciare, postele nel tabernacolo che per ciò portato avea, dato il segno ai compagni, tutti accordandosi Veni Creator Spiritus a cantare incomin-