Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/170

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rò presso di me el sequestro, come la ragion vuole, io spero, condotta che sia la quistione al costituto termine, darne sì fatta e più che giusta sententia che a la giovene piacerà sommamente, e quantunque ognuno dei litiganti ne appellerà, le loro appellationi non saranno ammesse. Rimanetevi in pace, e Dio sìa con voi. Rimasto Jeronimo e i suoi compagni non solo ammirati ma confusi de la degna e sententiosa risposta di messere il frate, tutti s’accordarono a dire che tra gli altri poltroni costui come meno cattivo se possea in parte commendare: ma io col mio poco senno ad ognuno persuado che senza far distintione alcuna, di lungi i termini de le nostre case tutti insieme andar li facciamo.


MASUCCIO.


Non dubito che saranno alcuni dei moderni desiderosi di riprendere altri, che pigliandomi in sermone mi dannaranno ov’io ho detto, che per aversi lascivamente parlato il prescritto predicatore ne debba esser in parte commendato. E come che a questi tali saprei da me medesimo con facilità rispondere, pure e per approbatione del mio parlare, e per esempio de’ posteri ho voluto come necessario produrre in mia difesa a questo proposito la irreprobabile autorità del novo san Paolo, dico di fra Roberto da Lecce1, trombetta de la verità, il quale per ferma conclusione tiene e con vere ragioni prova rarissimi religiosi esser oggi sopra la terra che li precetti delle lor Regole compiutamente osservino secondo da’ santi fondatori di quelle fu ordinato: e

  1. Roberto da Lecce, gran predicatore del Quattrocento.