date per la faccenda che sapete. Il vecchio che di altro Iddio non pregava, avendo già dubitato non fosse pentito, fu di tal novella lietissimo, e numeratili di botto li trenta ducati, mandò per la schiava, la quale con certe altre coselline del cavaliere in casa si condusse. E venuta la sera il cavaliere dal mercatante accompagnato e da altri suoi amici insino ai liti marini, e con tutti abbracciatosi e detto addio, dentro una fusta che andava a Messina s'imbarcoe. E non essendo molto dal porto lontano, fattosi porre in un legnetto (secondo avea col patrone ordinato) a Procida ponere si fece, dove in casa d’un suo amico riparatosi insino a la terza notte dimorò, e al costituito termine con la schiava, e con certi compagni siciliani arditi a fare e ad ogni gran pericolo ben disposti, a Napoli si condusse; e per una cauta via in la città intrato, co' suoi compagni in una casa a quella del mercatante contigua si occultoe, la quale in quell'anno per la malignità de la guerra era già rimasta vota de pesonanti1, ed ivi chetamente in sino al seguente giorno dimorarono. La sagacissima schiava gionta in casa del mercante fu da la Carmosina lietamente ricevuta, e sapendo di chi era, prese con lei in breve spatio grandissima domestichezza, e perchè la brevità del tempo la spronava, non senza mirabil arte e maestrevoli parole la cagione de la sua venuta pontualmente li discoperse, e quanto col suo patrone avevano sopra di ciò ordinato, confortandola da passo in passo nel suo ragionare a virilmente seguir l’impresa per eterna quiete e felicità di tutti e due. La giovene che per più rispetti miglior voglia del cavalie-
- ↑ Pesonanti nap. pigionali, inquilini.