Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/242

Da Wikisource.

— 180 —

re ne avea, non lasciando in lungo sermone la schiava multiplicare, li disse che ad ogni sua richiesta era apparecchiata ad eseguire tutti gli ordinamenti del signore da lei non altrimenti che la propria vita amato. Al che disse la schiava: Figliola mia, se tu hai da portartene alcune cosette, ponitelle in assetto, che il fatto sarà per questa notte in ordine; e sappi che il mio patrone e lo servo è con suoi compagni in questa casa a noi congionta, secondo il segno che in quella oggi ho visto, alla quale come tu sai facilmente potremo andar da l'astrico nostro. La giovene inteso il curto termine del suo scampo, basatala cento volte, li rispose che lei non avea del suo né poco né molto da pigliare, ma che intendea pigliare de quello dell’avarissimo patre assai più che avesse possuto istimare essere bastevole per la sua dote. E in tale conchiusione firmatase, venuta l’ora de la mezzanotte, dormendo il vecchio e ogni altra persona di casa, aprerono una cassa e trattine tra gioie e contanti oltre il valore di mille e cinquecento ducati, e con quelli varcato l’astrico chetamente, ove era il cavaliero pervennero, dal quale con grandissima festa in braccio ricevuta e ardentissimamente basata, senza più avanti procedere che la dubbiosa stanzia nol comportava, tutta la brigata in la via si condussero, e verso il mare avviatisi, e cautamente per un pertugio dietro le Beccherie da la città usciti, trovato il lor legno non solo acconcio ed armato da veloce andare ma quasi atto da volare, e tutti dentro montati, dati i remi in acqua in poche ore ad Ischia si trovorono. E presentatosi il cavaliere con soe brigate dinanzi al signor di quel luoeo, che singular suo amico era, e secondo con