Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/243

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lui avea per innanzi ordinato, furono assai benignamente ricevuti e onorati: e qui stando, parendoli già esser sul sicuro, colsero il dolce e primo frutto del lor reciproco amore, e con non manco piacere de l’uno che de l’altro di lor rapina goderono. Venuto il chiaro giorno il vecchio patre non trovando la figliola nè la impegnata schiava, e accortosi ultimamente dei danari e gioie involate, per le quali non minore amaritudine ne sentiva, se il dolore, pianto, rammarico fu grande ciascuno sel può pensare; né sarà da maravigliare fosse sì fiero che più volte ne stesse per lui medesimo per la gola appiccarsi: e così del danno e de la vergogna oppresso, rinchiuso in casa in continue lacrime dimorava. La innamorata coppia in Ischia lietissimi dimorando, per loro continuo uso la gentil giovene a ingravidar si venne; il che essendo al cavaliere carissimo, gli occorse volere una virtuosa liberalità usare, e ad un medesimo punto a Dio, al mondo, e a sé stesso sotisfare; e mandato per mezzo del signore di Ischia per lo padre di Carmosina e suo parentato, e quivi venuti, e dopo alcuni contratti insieme radunati, il cavaliere con grazia del Re e con comune contentezza e general piacere di tutti i napoletani onorevolmente per sua legittima sposa la pigliò: e del furtivo venereo gioco al matrimonial corso trasportati, repatriatisi in Napoli in sin che vissero con felicità goderono: e cosi il vecchio geloso avaro e insensato dopo il danno racconciò lo fatto.


MASUCCIO.


El felice fine de la ricontata novella non dubito