Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/244

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che darà materia a molti con infinite lodi la sagacità de la giovene commendare, la quale vedendosi così vilmente tenuta e peggio che serva reputata, ella medesima un sì valoroso amante avesse procacciato, e pigliatosi de le robe del miserissimo padre più che di dote non le contingìa, e alfine con onore e contentezza divenirgli sposa. Le quali cose quantunque ad Amore più tosto e non a lei si potrebbeno attribuire, il quale le svegliò l’ingegno addormentato a farle con animosità grande seguire quanto lui medesimo insegnato le avea; nientedimeno non laudarò io, né ad alcuna donna consiglierei, che per grandi che fossero le promesse de l’amante, a ciò seguire trascorrer si lassasse; chè posto che alla nostra Carmosina bene le avvenesse, non sono però tutti gli animi degli uomini di una medesima qualità ed opinione; e quello che il cavaliere usò per sua innata bontà e singolar virtù, altri forse la dannariano per viziosa e trista, 1 e trovandosi a simili partiti a loro pareria avere fatta una gran prova quando alle loro amorose avessero il fiore di loro virginità rapito, e con quello insieme robarle, e doppo lasciarle schernite; e ancoraché ciascuna fosse secura che al suo proposito l’effetto li riuscisse, pur giudicarei che più sana parte fosse da seguire il contrario, però che di gran lunga è meglio ad altrui non si ponere a periglio dì posser perire, che presso il pericolo non periclitare. Ed oltre a ciò mi persuado niuno posser negare che l’istrema gelosìa con l’antica miseria insieme del vecchio mercatante non gli fosse stata cagione de la beffa dal gran danno accompagnata che lui ricevette; e se etiandio ne seguì

  1. Viziosa e trista che? azione, che bisogna sottintendere.