Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/253

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Marchesana cerca di tare, a' principi radunati, ed ai vicini, e in quella per mancamento di roba non poterti far comparire secondo io vorrei, e come a la nostra conditione e tua grandissima presenza e bellezza si converria. Alle quali cose considerando, si troverebbeno di tanto potere, che non solo a quello seguire trasportar mi lassava, ma anche a eterno martirio o dura morte pigliarne; e quantunque a ciò altro che tema di vergogna non ci ripugne, pure, come altra volta ti dissi, niuna cosa per cauta via adoperata può mai in alcun danno o vituperio ritornare. E a tal che tu conosca ch’io dico il vero, vedi che questo Signore per essere tenerissimo del sno e del nostro onore, ancor che tutto si consumi, non ha voluto di persona che viva altro che di me fidarsi, come a colui che più che altro appartiene di secreto tenerlo. Onde non sapendo io che altro circa questo ricordarti ti sappia, concludendo dico, in ciò eseguir debbi quanto l’animo ti consiglia, e io sempre restarò per contento, né lassarò non rammentarle che qual ora da la misera povertà saremo assaliti, di te medesima e non de la fortuna ne averemo insieme da rammaricare. La donna stimulata de continuo dal misero marito, il quale con simulate ragioni al dirupo la conducea, ed oltre a ciò cognoscendosi da un tanto grazioso ricco bello e liberal signore sopra ogni altra cosa amata, deliberò per le dette e altre assai ragioni ogni virtuosa catena spezzare, e ad un'ora a sua eterna contentezza sotisfare, e al marito render quella pena che lui medesimo si procacciava. E dopo che tacere il vide, così gli rispose: Marito mio, avendo ai miei fratelli piaciuto di non sola una volta darmiti per moglie,