Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/255

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altre affettuose parole conclusero dell'ora e del modo come lui medesimo gliela dovea in casa condurre. E alla moglie ritornatosi, e lo preso ordine narratole non potette da quella altra risposta avere, se non: Marito, marito, pensa e vedi bene che fai. E venuto r aspettato termine che partir si doveano pur con l’usato motto l’andava mordendo, e per lo camino non restava di dirgli: Marito mio, io dubito che tu ti pentirai. Al che lui per lo solo pensare a li trecento ducati in sì poco spazio guadagnati non vi pose niuna cura, né meno intese l’effetto di tali parole, come colui che l’avarizia gli avea non poco l’intelletto offuscato: cosi quivi la condusse. La giovene donna gionta in camera e nelle amorose braccia del grazioso signor trovata, oltre l'infiniti baci gli fè1 tante affettuose e non simulate carezze, che pria che a cogliere i dolci frutti d’amore pervenissero a lei venne volontà col primo suo proposito confirmarsi, cioè di più presto morire che al suo caro marito ritornare. Il signore dato al marito onesto commiato, e che per tempo a rimenar la moglie ritornar dovesse, con la giovene nel delitioso e ricchissimo letto se ne introe; e venuti a quello che d'amore per ultimo rifrigerio si porge, da pari desio vinti tut’a quella notte per lo dilettevole venereo giardino camminorno; tal che la donna non avendo per ancora simili bocconi gustati, seco medesima giudicò solo in quello esser la somma felicitate, e per non volersi da quella partire, con discreta maniera e acconcio parlare al Signore la sua volontà ed ultimo partito preso per loro comune contentezza del tutto fé pale-

  1. Se invece di gli fé leggi ebbe, la grammatica è racconciata.
Masuccio. 13