Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/314

Da Wikisource.

— 252 —

do, che degno merito averà lui del suo verso di te ben volere, e del sommamente lodarti in assenza come nei veri amici si richiede? Or non piaccia a Dio che in cavaliere d’Aquino tal villania caschi giammai. Cosi senza più de l’amore o delle bellezze della donna ricordarsi, a lei rivolto disse: Cara madonna, toglialo Dio che l’amor che mi porta il tuo virtuoso marito, con lo soperchiamente lodarmi insieme con tante altre cose per lui dette e operate verso di me, ricevano tale vizioso guidardone di farmi in alcun atto procedere contro le più sue care cose che in disonore gli possano né poco né molto ritornare: anzi sempre da qui davanti ponerò per lui la persona e le facoltà, come per proprio fratello e lealissimo amico si devono porre, e te averò di continuo per sorella, offerendomi di quanto che io mi sia e vaglia, con lo avere e le corporali forze insieme, per lo conservare del tuo onore e buona fama. E sciolte da un fazzoletto certe ricche gioie che per donargliele avea portate, gliele buttò in grembo, dicendo: Porterai queste per mio amore: e ricordandoti del mio presente adoperare, pensa di essere più leale a tuo marito che stata non sei. E teneramente in fronte baciatala, e molte grazie renduteli della sua liberale venuta, da lei si partì. Se la donna restasse confusa e schernita facilmente si può considerare; pure tirata da loro innata avarizia stringendo a sé le carissime gioie a casa se ne ritornò. La novella dopo alcun tempo fu risaputa, dove fu dato avanto a messer Bertramo come era soprano nell’arme, animoso, discreto, e provveduto, così di magnificentie, liberalità, e somme virtù avanzare ogni altro cavaliero che dentro e fuori Italia nella sua età fosse stato giammai.