Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/318

Da Wikisource.

— 256 —

poli di Barbaria, nominato Elia, giovane e forte e assai robusto, ma bruttissimo oltre misura; di che la moglie di Nicolao da sfrenata e focosa libidine assalita, non volendo avere riguardo al rompere del matrimonio (del quale sacramento di raro è fatto molto caso quando attitudine non lo impedisce) nè meno considerare colui essere servo e lei libera, essa bella e lui bruttissimo, lei cristiana ed esso moro, per lo quale atto veniva senza alcun mezzo a un tratto a offendere Iddio, la legge, e l’onore, ma solo stimando esser giovine e poterla meglio che il marito satisfare, del tutto si dispose voler provare se il moro si sapea così sotto le armi adoperare, come al portar de’soperchi pesi in ispalla facea; e provato e riprovatolo, e cognosciuto che il suo giudicio non l'avea ingannata, si deliberò in quello continuare finché la sua vita e la facultà del marito le bastavano. E quantunque al moro paresse star bene, ed essere del giuoco per più rispetti lietissimo, nondimeno essendo di natura di uccelli di rapina, i quali essendo in potere dei cacciatori ancora che ogni dì siano di ottimi e delicati pasti pasciuti, e che con la libertà rade volte e con difficoltà loro è concessa la preda, pur cercano repatriarsi ai lasciali nidi; così il moro con tutte le lusinghe, i doni, e il carnalmente cognoscere della bella sua padrona, de continuo tutti i suoi pensieri erano di ritornarsi a casa; e come astuto e cattivo si cominciò a dimostrar malinconico e tristo alla donna, e quando avesse voluto pigliar piacere poche volte le concedeva. Di che lei pessima contenta de continuo lo stimolava che le dicesse la cagione della sua malinconia, che essa per rimediarci non averla cosa alcuna la-