Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/334

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rita hai avuto tanto piacere sono stata io; e in maniera tale è andata la cosa che io ne son gravida. E volendo procedere a più caldi ragionamenti per continuare il suo scellerato apppetito, il virtuoso figliuolo de l’abbominatione del fatto sdegnato e turbato oltre misura, parve che il cielo gli cascasse in testa, e il terreno gli fosse da’ piè rapito, e da ira e dolore mai simile gustato vinto, fu vicino a passarle un cortello per mezzo ’1 core; ma pure alquanto frenatosi, per non voler essere volontario matricida, e della non consapevole prole dentro la infetta carcere serrata uccisore, deliberò lasciare tale vendetta a cui fare la dovea, e con quelle orrende e vituperabili parole che a tanta giusta ruina gli furono lasciate dire, mordendo e lacerando la iniquissima madre, da lei si partì. E subito radunati suoi danari e gioie, e altri suoi fatti rassettati il meno male che possette, aspettate le galee che quivi per Fiandra toccare doveano, le quali fra brevi dì venute, in esse s’imbarcao. La novella con la sua orribilità si cominciò a spargere per la città; di che alle orecchie del Potestà pervenuta, fe’ la malvagia femmina pigliare, la quale senza molti tormenti ricevere confessò il fatto interamente come era seguito, la fe’ in un monastero di donne fin che parturiva cautamente guardare, e al debito termine venuta, parturito un figlio masculo, fu in su la piazza, come se le convenne, con gran vituperio bruciata.


MASUCCIO.


Se per alcun tempo tra lettori o ascoltatori de la ricontata novella vi fosse alcuno al quale paresse