Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/335

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strano o tenesse per impossibile, ove io ho detto, che la rotta strada per le continue piogge la rea femina al figliuolo con arte per non usitata avea fatta conoscere, sappia di certo che lui si becca il cervello; però che quando le venenose fiere da tal necessità sono astrette vi sanno usare ed usano di infiniti modi, e con lavatorii, e con fomigii, e con tante e tali compositioni di diverse polveri, che non che tali loro rabbiose labbia, ma la gola d’un gran leone stoppariano. Ma producendo in ciò un approvato testimonio, dico: O vedova artista maestra di scola, io ti prego che non mi lasci mentire, se nol merito: andasti mai con l'ampolletta appiccata a lato con la sanguisuca dentro, nelle camere de le novelle spose, per averla ammanita al bisogno? Tu m’intendi molto bene, ministra del gran diavolo. Ti scongiuro se non in pubblico almeno con teco medesima confessa, che ancora che io dica e scriva male, posso dire e dica la verità. Ma perchè mi vado rompendo la fantasia a scrivere le loro infinite miserie, tradimenti, e cattività? egli sarebbe più facile a numerar le stelle del cielo. Chi avesse mai creduta o giudicata per altro che spirituale e virtuosa la nominata vedova, la quale essendo rimasta giovene bella e ricca, e mostrare di avere dispregiata ogni mondana sensualità, e non volersi rimaritare per amore che al figliuolo portava, chi avesse possuto cognoscere quanta pravità era ascosta sotto tale dolosa apparenza? Ma perchè lei ne ebbe degno merito per tanto lavoro, lasciando di lei il ragionare dico: Quante sono de le altre sputa-balsamo che con simili e maggiori dimostrationi ingannerebbeno un altro Salomone? E tra le altre di coloro che fingono esserne date tutte a lo spirito, e le loro conversationi sono de con-

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