Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/415

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in quella prestissimo gionsero. Ove essendo, una di dette donne disse: Come non chiameremo noi madonna Teodora, che lei fu delle prime convitate? e l’altre risposto del sì, la chiamarono; ove una nera fattasi a la finestra disse: Madonna vi prega che essendovi grave l’aspettare montiate un poco su finché fornirà del tutto adobbarsi. Coloro senza aspettare altri inviti, tutte saltate in terra, e presa Giustina per mano con gran festa montorono in casa, ed essendo su, l'una entrata in una camera e l’altra in un’altra, e chi usciva e quale entrava, a la fine Giustina si ritrovò in una camera sola; a la quale il fiorentino entratosene con le braccia aperte avvinchiatole il collo, e dopo che con brevi parole la ebbe dell’inganno fatta certa, la supplicò per lo lungo e ferventissimo amore che le avea portato e portava, per conservatione del suo onore medesimo, senz’altro contrasto si contentasse donargli quello che negare volendo non averla possuto. La oneslissima giovene che l’onore se avea insino a qui con diligentia guardato, vedendosi a tali estremi termini, o che usasse del savio e facesse de la necessità virtù, che invano opponesse sue forze, lo lascio considerare a quelle donne che in simili casi se abbattessero quello ne credano che loro de la migliore parte ne avessero detto. So ben io che la giovene avendo la sera col fiorentino lietamente cenato senza veder più niuna de le madonne che l’aveano ivi condotta, avvenne che o per lo suntuoso apparecchio, o che altro ne fosse stato cagione, che tra la seconda e terza ora de notte in casa si pose fuoco; e fatto il rumore grande come in sì fatto accidente in Venezia si suole fare, accadde che uno de’ Signori

Masuccio. 23