Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/418

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timo supplicio di tale ribalda: dove dopo le avute risa e piacevoli motti parve a tutti che a la Signoria se ne facesse sentimento. E cosi de brigata a Palagio andati, e al Doge e agli altri il fatto con sue circostantie recontato, ordinarono che la giovene occultamente dinanzi a loro fosse menata per saperne più oltre la debita punitione, e come e per quale cagione e chi avesse la bella giovene in casa del fiorentino condotta; e de continente fu imposto a quattro della pregione che cautamente la giovene e avvolta de’ suoi panni in maniera che da niuno fosse conosciuta ivi la conducessero. Coloro andati, e presa la sagace vecchia, e ben ligata la menorono dinanzi la maggiore parte della Signoria: la quale come in tanto spettacolo si vide con alta voce comenzò a gridare: Justizia, justizia, per amor di Dio di questo ghiottoncello vostro Signore de Notte, il quale ieri sera abbattendosi il foco in casa de mio patrone, v’entrò con soe brigate, e senz’altra cagione mi prese e diede in mano de suoi zaffi, e carceratame in maniera che ho avuta la peggiore notte che mai avesse alcuna femmina, e adesso fattami condurre qui dinanzi a Voi ligata come se avessi il tesoro di Santo Marco dirobato, che io non vedo né voi altri potite conoscere che offesa abbia a lui possuta fare una povera vecchia e d’altrui serva come son io. Il Signore de Notte, ancora che prudente fosse, ciò vedendo e odendo, come remanesse abbagliato fora de se e maravigliato, ciascuno ne può fare giudizio: egli divenne non solo muto, ma sì nel viso cambiato, che al Doge e a tutta la Signoria diede manifesto segno lui avere grandissimo errore commesso; dove parve a tutti che la vecchia fosse