Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/438

Da Wikisource.

NOVELLA XXXV.




ARGOMENTO.


Eugenia gravida de un armigero dubita de’ fratelli, fenge essere ammorbata e morta de peste: l’amante travestita in ragazzo la conduce in Lombardia: sono assaltati da’ nemici: l’amante è occiso, e la donna lei medesima sopra il suo corpo se occide.


A LO EGREGIO MISSER FRANCISCO BANDINI NOBILE FIORENTINO1.


ESORDIO.


Onerosa soma è quella, molto virtuoso misser Francisco, la quale hai a miei debili dossi già posta, per averme la toa elegante dottrina dal primo dì che te cognobbi a qui con carità non piccola comunicata, e io non conoscere in me modo nè facultà alcuna de possere a tanto beneficio nè poco nè molto satisfare: nondimeno per non essere del tutto ascritto al libro delli ingrati, cercando tra el mio e-

  1. Il Bandini fu oratore di Firenze a Re Ferrante, ed era gran letterato ed una delle colonne della celebre Accademia platonica, e dovette andare in esilio dopo la congiura dei Pazzi nel 1478, nella quale la sua famiglia sostenne parte principalissima. Nelle altre edizioni questa novella è dedicata Allo egregio e formosissimo mio messer Francesco Tomacello. La nobile famiglia Tomacello ha avuto molti i lustri uomini, fra gli altri, proprio in questo tempo, anzi dal 1460 al 1470, Marino Tomacello, che ebbe molti uffici ed onori da Re Ferrante, e fu uomo di conto, e forse questo Francesco potè essergli figliuolo o fratello. Di Marino Tomacello scrisse molte lodi il Pontano.