Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/472

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a un mercante tunisino venduto. La sconcia e amara novella in Gaeta venuta, quale fosse de la infelice giovene l'intrinseco dolore e occulto lacrymare, se alcuna donna da tale fiera passione fosse stata per alcun tempo afflitta sola lo potrà considerare: la pena sua fu sì acerba e intollerabile che poco più che nulla estimava il devenire de sé stessa voluntaria omicida; ma pur dato a le volte alquanto loco al dolore pensava, che se la fortuna per alcun tempo avesse al suo Joanni concesso lo essere rescosso, o per altro possibile accidente in Gaeta il retornare, e non trovatala viva, doppia saria stata dal canto di là la sua pena, e all’amante la indubitata morte causata. Da tale fredda speranza era de darse la morte retenuta; e saputo pur per lettere de mercanti come il suo Joanni era vivo, e in cattività in Tunisi detenuto, volentieri, se dal timore de soe brigate non li fosse stato interdetto, senz’altra consideratione vi serìa personalmente andata non solo a vederlo ma anco a trattare del suo recatto, attento che lei non sentea che persona alcuna per la salute sua se levasse. E in tale unico desiderio stando avvenne che a la casa de lei se abbattì una certa contagiosa febre de mala natura, offendendo le brigate de casa in maniera che in brievi dì tutti gli uomini de capo se morerno, che non altro che lei con alcuni altri piccoli fanciulli vi remasero. De che lei sola quasi vedendosi e libera, e senza avere de che più temere, deliberò mandare a effetto il suo antefatto pensiero, e senz’altra dimora in omo travestitasi, e a un paro de bùgie1 poste certe robette con ducento fiorini d’oro, a Napoli se

  1. Bùgie, ed. della gatta boglie, bolge, bisacce.