Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/513

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dine come a fior d'ogni virtù ebbe in lei tanta forza che ogni altro contrario pensiero cacciò via. E così postase la via tra piedi, come che de caminare solita non fosse, recomandandosi a Dio, andando e non sapendo dove, tutto el remanente de la notte con.grandissimo affanno camino, e trovandose in sul far del dì presso Nocera, fu gionta da certe brigate che a Napoli andavano con le quali familiarmente se accompagnò. Dove tra li altri essendo uno gentiluomo calabrese, che certi sproveri mutati1 al Duca de Calabria portava2, parendoli el giovene de assai bono aspetto, el domandò donde fosse, e se volea partito pigliare. Veronica a la sua puerizia contrafando in casa nna vecchia pugliese avea da quella molti vocaboli de tale idioma imparati, e le occorse de quelli de continuo servirsene, e rispose: Missere, io sono pugliese, e non per altro che per trovar partito de casa mia me son mosso; ma perchè figliolo de nobile padre sono, mal volentieri a vili servigi me ponerei. Disse il calabrese: Darìate el cuore governar uno sproveri? El che a Veronica fu carissima tale domanda, attento che lei non che uno ma molti ne avea in casa del padre con gran delicatura governati, e gli rispose che de soa fanciullezza non si era in altro esercitato. Dove dopo più parole caminando se fu a tener un sproveri con lui acconciato. E gionti a Napoli, e dal suo patrone reposto in arnese che da dovero parea un liggiadro e acconcio scodieri; o che li fati lo avessero deliberato, o che la soa gentile presenza lo inanimasse, avvenne che al presen-

  1. Sparvieri mudati.
  2. Questo Duca di Calabria, figliuolo di Carlo II di Angiò, fu Roberto, poi Re.