Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/524

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me fare la potesse, non altramente che sempre delle altre ho fatto ora farei. E ancora che più d’un occhio l’abbia insino a qui ardentissimamente amata, e li suoi congiungimenti ed essa i miei questa notte con grandissimo desio aspettavamo, e a lei accompagnarme te avìa eletto; nondimeno ho deliberato e voglio che così sia, che vincendo me medesimo, de uno mio volere fare non mio1, prima che vederte in tanta angustia languire e per amore stentando perire. E perciò se de amore compiacerme desideri caccia da te ogni avuto dolore, e de rallegrarte solo pensa, e de venire adesso meco te apparecchia, chè io de uno solo modo pur qui pensando te farò possessore de la tanto da te desiata donna. Marino ascoltando sì fatta nova, tutto sbigottì, e odendo quanto era grande la liberalità che el suo signore usare gli voleva, tanto più accettarla gli porgette vergogna, e quelle debite grazie che de esprimere gli furon concesse renduteli, li concluse de prima morire che lui avesse non che fatto ma pur pensato de macolare ove lui avea posto el suo intendimento. El signore de ciò se rise, e disse che senza altra replica volea che quello se mandasse per lui ad effetto; e così toltolo per mano in quello ponto se posero in camino. E gionti in casa de la gentile donna, lasciate le soe brigate per più sicurtà per le strate ordinate, el Signore solo da Marino accompagnato introrno dentro, e da una fante in camera condotti trovorno la donna che lietamente el signore aspettava, la quale fattaglisi incontro con gran festa el recevette. E ancor che lei molto bene cognoscesse quivi el suo primo amatore essere a tale gioco pre-

  1. di fare un mio volere non mio.