Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/525

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sente, non se ne mostrò de farne altra stima che de uno altro forestiero che el signore con lui avesse menato fatto avesse. E da più dolci basi, e lieto festeggiare, parve già tempo al Signore dare con opera compimento a quello che ivi de novo condutto lo avea; e per mano tenendola, le disse: Cara madonna, io te priego per quello vero amore che a donarme te sei condotta che il mio dire a noia prendere non debbi, però che quanto sarà più inonesta la mia domanda, tanto cognoscerò tu adempiendola essere maggiore lo amore che me porti. Egli è vero che nel mio ultimo partire dal cospetto del serenissimo e potentissimo Re mio patre e signore, tra gli altri ordini o precetti me donò fu, che in niuno lato ove me retrovassi in tanto fossi d’amore fieramente preso, non dovessi con veruna donna usare senza avermi prima fatta fare da un mio privato la credenza, per cagione che la veneranda recordatione del potente re Lancilao fu per donna in sì fatto esercitio in questo paese avvenenato. E quantunque io tenga per indubitato che tu prenderesti mille morti per la conservatione de la mia vita, nondimeno per ossequire inviolatamente i comandamenti da detto serenissimo signore Re mio padre, son costretto retornare a pregarte che con lieto triunfale animo tolleri, che questo mio perfetto amico e intrinseco servitore, il quale un altro io estimo che sia, tale officio faccia, per doppo essere tuo continuo ed unico amatore. La donna che discreta e prudente era molto, intese subito per le cose passate lo effetto del presente volere del Signore non altramente che se da lui el vero fatto le fosse stato pontualmente detto; e come che insino al core le do-