Pagina:Il Novellino di Masuccio Salernitano.djvu/543

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Arabi, essendo già per l'universo noto, più soperchio che necessario saria a le particolarità de quelle venire. Pure de li passati lassando e de questo moderno e invitto Signore Re don Alfonso la istoria sequendo dico, che doppo el manutenere della populosa città de Agalsere Segher e d’altri assai paesi per lo eccellentissimo e serenissimo signore Re suo padre occupati e tolti al gran Re de Fes, e per lui acquistato Tanger, e accampatose con soe genti alla quasi inespugnabile città de Arzil, e quella redutta tanto allo estremo che non possea né poco né molto più sostenerse, fu al signore Re significato come el Re de Fes mandava un capitano suo parente animoso e gagliardo, savio e prudente cavaliero, e da gli Arabi molto amato, per nome detto Molefes, con mirabile esercito de Arabi al soccorso de la assediata Arzil. Per el che el Re don Alfonso non volendo a gli alloggiamenti aspettare, lassate a bastanza proviste le bastie d’intorno la città, con la maggiore parte de la sua più utile gente se fe' incontro de l'arabo capitano, e in maniera che una matina in sul fare del dì i doi potentissimi eserciti affrontatisi, doppo la longa contentione de aspra e sanguinosa battaglia, gli Arabi furono posti in volta rotti e fracassati, la maggior parte dei quali morti feriti e presi, pochissimi fuggiti; e tra gli altri el loro capitaneo per non volere sua gente abbandonare fu preso de molti colpi ferito. La presa del quale fu al Re non meno che l’avuta vittoria cara, sperando, tanto uomo all’inimico tolto, el resto degli Arabi in breve tempo debellare; per la qual cagione doppo la avuta Arzil senza altro contrasto, deliberò appresso de sè a perpetuo carcere bene servuto e onorato el tenere.

Masuccio. 31