Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/112

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quantunque di tempra diversa, era ben atto a sentire tutta la grandezza del maggior poeta d’Italia, dopo Dante. Imperciocché di Dante stesso (cosa rara a quel tempo) ebbe altissimo e giusto concetto; come ben dimostra rispondendo al Nores, il quale diceva d’ammirare in Dante il teologo e il filosofo più che il poeta. «Tutti i concetti (egli scrive) che in lui si leggono filosofici e teologici son d’altri, ma la mirabile invenzione con tutte l’altre parti, che si richieggono ad eccellenti poeti, sono di lui sì proprie, che non pure non ha chi l’avanzi n£ chi l’agguagli, ma che neanche tenti o tentasse d’appressargli.1» Del Tasso si è già potuto vedere eh’ egli faceva grande stima, stato di più contento par mio, che mai vedesse faccia di prencipe; ma non so come il praticar co’ morti m’ha insegnato a viver co’vivi. Queste vanità non mi movono un iota. „ 1 Varato secondo.